In origine, il nome del paese era Symari, termine greco derivante da uno dei due fiumi che delimita il confine territoriale, per l’appunto il fiume Simeri. 

Nel medioevo la cittadina prosperò sotto il governo bizantino, che fortificò il perimetro abitato.

Nel 1541 il territorio di Simeri  (e anche quello di Soveria Simeri) era di proprietà del duca Ignazio Barretta appartenente al Ducato di Simeri. Simeri appartenne poi ai Borgia fino al 1622. Dopo i Borgia, la terra passò ai Ravaschieri, già principi di Satriano. Il casale di Simeri fu poi dei De Fiore, dei Barreta Gonzaga e dei De Nobili, con Emanuele De Nobili che vi rimase fino al 1806, anno dell’eliminazione della feudalità.

Simeri è il borgo più antico, d’origine medievale: in questa zona sono stati portati alla luce una serie di reperti della prima metà del ferro e del periodo magnogreco.

Per quanto riguarda Simeri i primi feudatari risultano i Falloc e poi i Ruffo. A loro seguirono i Centelles e poi, nel 1482, i d’Aragona d’Ayerbe che, conti dal 1519, mantennero la titolarità fino al 1580. La baronia, da quest’anno, passò attraverso diverse famiglie. Fu di Casa Borgia, poi dei Ravaschieri di Satriano, dei De Fiore (marchesi dal 1715), dei Barretta Gonzaga (con titolo di duchi dal 1749) ed infine, dei De Nobili di Catanzaro, ultimi feudatari. Danneggiato dal terremoto del 1783, Simeri fu riconosciuto comune con decreto del 4 maggio 1811 e gli furono attribuite le frazioni di Crichi e di Petrizia (quest’ultima gli fu tolta con il riordino amministrativo borbonico del 1816 e attualmente fa parte del comune di Sellia Marina). Con decreto del 16 settembre 1848 il comune fu riunito e la sede municipale spostata a Crichi.

Monumenti e luoghi d’interesse

  • Ruderi del Castello Bizantino. Il castello di Simeri domina sulla valle dell’omonimo fiume e sul golfo di Squillace, in una posizione strategica e molto suggestiva. Conserva pressoché intatta la cinta muraria esterna, una imponente torre cilindrica sul lato a nord, una seconda torre verso sud sulla linea del muro di cinta e buona parte della cittadella con il Palacium Castri, sede del potere.

Il Castello bizantino di Simeri  sorgeva su un promontorio da cui era possibile scorgere la pianura costiera sottostante.
“La consistenza del rudere non consente una ricostruzione del manufatto che appare di discreta estensione: emergono un tratto di mura a sud-ovest lievemente scarpato e una torretta circolare rastremata verso l’alto senza cordolo marcapiano. Edificato intorno al X-XI secolo” con pietra di fiume e malta, “nel 1266 passò ai Ruffo” che lo trasformarono in residenza privata, “distrutto dalle rivolte dei Centelles, nel 1482 fu riadattato dagli Ayerbo d’Aragona e nel XVII secolo, durante il viceregno spagnolo, fu oggetto di lavori di adeguamento. Dimora dei Borgia, dei Ravaschieri, dei Di Fiore, dei Barretta-Gonzaga, fu danneggiato dal terremoto del 1783 e passò ai De Nobili”. Oggi è di proprietà del comune.

 

  • Chiesa di Santa Maria dell’Itria. Fondata tra il 1121 e il 1198 sotto la signoria dei Falluc, la Collegiata è un monumentale complesso ecclesiastico che ebbe fino al 1800 il beneficio dell juspatronatus ovvero di eleggere e ordinare le cariche ecclesiastiche che facevano parte del feudo di Simeri e possedere rendite esclusive. Constava, fino alla distruzione subita nel 1744 a causa di un terremoto, di tre navate e tre altari. La struttura attuale è composta da un’unica navata, facciata e tetto sono crollate nel 1905 a causa del violento terremoto che distrusse anche Reggio e Messina.

 

  • Ruderi Convento dei Cappuccini. Dedicato a Santa Maria degli Angeli, fu costruito su concessione e a spese del Principe Borgia di Squillace nel 1594. Aveva 13 celle e una chiesa monumentale ed era sede di noviziato (ovvero qui venivano istruiti coloro che volevano prendere i voti come frati). Soppresso nel 1784, fu ripristinato grazie all’impegno dei frati e della popolazione nel 1826 e adibito anche a ricovero per viaggiatori e mendicanti. Fu soppresso definitivamente nel 1874.Dedicato a Santa Maria degli Angeli, fu costruito su concessione e a spese del Principe Borgia di Squillace nel 1594. Aveva 13 celle e una chiesa monumentale ed era sede di noviziato (ovvero qui venivano istruiti coloro che volevano prendere i voti come frati). Soppresso nel 1784, fu ripristinato grazie all’impegno dei frati e della popolazione nel 1826. 

Ha la chiesa sotto il titolo di Santa Maria degli Angeli, la cui festa si celebra alli due di luglio.

Il giardino lo ebbero i frati dal Tesoriere della Collegiata di Simeri, per il quale si obbligò il paese di pagare scudi tre ogni anno. Fu soppresso dal Governo Francese col decreto del 10.1.1811 e ripristinato nel 1843 a richiesta de’ fedeli di Simeri ( ma era privo di regolare famiglia), dopo la rovina del   terremoto. Il 1874 era rettore p. Giovanni Battista da Monterosso, con due terziari. Il convento, che pure fu sede di Noviziato, divenne ricovero di mendicità…..”.

Alla chiesetta del convento si accede da un atrio, che immette, attraverso una porta ad arco, nella navata centrale, che è fiancheggiata da una navatella laterale a due archi, con alcune nicchie di Santi. Il convento comprendeva il cellario (13 celle), il refettorio, il parlatorio, la foresteria, la cànova ( dispensa), le stalle.

Dietro l’edificio c’era il Chiostro, un cortile contornato da portici, con un pozzo centrale protetto da una pregevole opera in muratura. Il parapetto del pozzo ( vera) è sormontato da un artistico arco per l’attacco della carrucola. Parte dell’edificio fu riattato alla fine dell’’800.

L’ultima presenza francescana a Simeri è stata quella del compianto patavino padre Nazario Marcato, dei frati minori conventuali, giunto in Calabria verso la fine degli anni ’50 del secolo scorso come “missionario” della Pontificia Opera d’Assistenza”

(Fonte: wikipedia)